Madonna del Pozzo

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Anno 1522.

Un incendio distrusse completamente l’ albergo la “Cervia” situato nell’attuale P.zza della Vittoria, appena fuori le mura. La proprietà dell’albergo era della Compagnia di S.Andrea, fondata nel 1340. La distruzione fu completa, rimasero solo cenere e macerie. Miracolosamente venne rinvenuta intatta un immagine della Beata Vergine che era posizionata sopra un pozzo del giardino. I confratelli della Compagnia di S.Andrea decisero di costruire una chiesa sulle macerie dell’albergo, nella quale posizionarono l’effigie della Maria Santissima.
La chiesa si chiamerà da allora “la Madonna del Pozzo”.
L’architetto della cupola e del loggiato esterno fu l’empolese Andrea Bonistalli soprannominato “il Fracassa”. La costruzione fu terminata nel 1621.

Polizia di stato

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08/02/1975

Si tiene al Palazzetto delle esposizioni l’ assemblea della Polizia di Stato. La scelta del luogo non è casuale, neppure 15 giorni prima sono stati uccisi 2 agenti, freddati dal terrorista Mario Tuti. Per commemorarli viene scelta Empoli.
L’importanza di questa riunione che richiamò circa 1000 agenti è indubbia relativamente all’assetto attuale della Polizia di Stato, basti ricordare che qui vennero messe le basi per la smilitarizzazione di questo Corpo e per l’adesione degli agenti ai Sindacati. Il documento di chiusura prevedeva 8 punti (da allora definiti i punti di Empoli) che furono presentati l’anno successivo alla Camera e che finirono quasi totalmente nella legge di riforma 121/1981.

I punti di Empoli

1) abrogazione dei decreti 31 luglio 1943 nr687 e 24 prile 1945 sulla militarizzazione del Corpo delle Guardie di Pubblica sicurezza;
2) istituzione del servizio civile di Polizia con l’unificazione dei ruoli degli ufficiali e funzionari di P.S.;
3) riconoscimento della libertà sindacale con quelle modalità dettate dalla peculiarità delle funzioni esercitate, tra cui il non ricorso al diritto di sciopero;
4) radicale riorganizzazione dell’Istituto che si basi su un ampio decentramento, l’istituzione o il potenziamento del commissariato urbano dei quartieri o dei posti di polizia, la presenza capillare del tutore della legge, in modo da stabilire un rapporto nuovo di collaborazione tra cittadino e poliziotto, così da esaltare non soltanto il compito di repressione e controllo, ma soprattutto di prevenzione;
5) trasferimento dei compiti burocratici amministrativi non di pertinenza della P.S. agli enti locali e alle amministrazioni periferiche dello Stato;
6) divieto d’impiego di personale in compiti estranei alle funzioni di polizia;
7) riforma del reclutamento e delle scuole di P.S.; promozione di tutte quelle iniziative che garantiscono un alto livello di qualificazione e specializzazione professionali;
8) adeguamento del trattamento economico e normativo a quello di altri dipendenti dello Stato che svolgono compiti meno rischiosi.

Corsa dei cavalli

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Pomeriggio del 18 giugno 1835

Si tiene in Via del Giglio, allora Via San Carlo una corsa di “cavalli sciolti”. Più volte,
come si evince dagli estratti della Gazzetta di Firenze, si sono tenute corse di cavalli in Via del Giglio. Il giorno 24 agosto 1776 la Piazza del Campaccio fuori le mura (P.zza della Vittoria), fu trasformata in un anfiteatro nel quale furono fatti correre 17 cavalli. Seguono alcuni estratti della Gazzetta di Firenze del 1834 e1835 con le determinazioni relative.

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Santa Maria

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LA SALMA DEL PRINCIPE FRANCESCO A SANTA MARIA

17/05/1614 Santa Maria a Ripa;

A quel tempo (1614) delle 5 chiese anticamente presenti, quella di Santa Maria a Ripa era ormai divenuta la più importante.
In questa data muore a Pisa, all’età di 19 anni, il Principe Francesco dei Medici, figlio di Ferdinando I Granduca di Toscana. Durante il trasferimento da Pisa a Firenze il corteo funebre sosta per la notte nella chiesa di S.Maria; sarà però una sosta brevissima, poiché visto il rango del defunto si ritiene più opportuno trasferirlo in Collegiata.
Il trasferimento diventa una vera e propria processione. La salma, preceduta dai frati, cittadini con le torce e cavalieri di scorta giunge all’Oratorio di San Rocco (attuale P.zza San Rocco), qui ad attenderla ci sono i preti della Collegiata che la portano in Empoli attraversando la Porta Pisana listata a lutto.

La presenza in questa zona di ben 5 chiese (tra le quali: Sancti Donati, Sancti Mamme e Sancti Michaelis de Impoli veteri) non è casuale; una così numerosa proliferazione di luoghi di culto era dovuta ad una numerosa popolazione.

E’ infatti questa zona il nucleo fondante della attuale Empoli. La zona, non ancora S.Maria, era Empoli e la Collegiata ancora una Pieve (Pieve di S.Andrea). Col tempo si distingueranno con i nomi di Empoli vecchio e Empoli.

Chiesa di San Mamante riportante l’anno di costruzione 1232.

Cimitero

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31 maggio 1784
Con la benedizione delle mura del cimitero e dell’annesso “Oratorio di San Donnino”, il Proposto Benedetto Falconcini inaugura il cimitero.
Il Granduca Pietro Leopoldo, decreta nel 1784 che da quel momento: “è vietato seppellire i morti all’interno delle chiese, dei centri abitati ed al chiuso”. In ottemperanza a tale disposizione gli empolesi si adoperano alla costruzione di un cimitero esterno alle mura cittadine. Viene individuato come luogo adatto un campo di fronte al convento dei frati Cappuccini.
Concorsero alle spese che ammontavano a L. 11.000:

Compagnia di S.Andrea;
SS Annunziata;
Ospedale S.Giuseppe;
Monte Pio empolese.

APPROFONDIMENTI

La lapide scritta da Ser Manetti 

Piazza 24 Luglio

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Tardo pomeriggio del 24 Luglio: 29 nostri concittadini vengono allineati di fronte alla caserma dei Carabinieri che si trovava nell’ attuale P.zza 24 luglio e con una mitragliatrice su treppiede vengono trucidati.
Il giorno seguente ai fatti di Pratovecchio, in ossequio della terribile rappresaglia tedesca che prevedeva l’eliminazione di 10 civili per ogni militare ucciso, iniziarono i rastrellamenti. Gruppi armati di soldati tedeschi arrestarono tutti gli uomini che trovarono nella zona dello scontro a fuoco. Infatti la maggior parte delle vittime lavorava o viveva nei dintorni (Rio S.Anna, Cerbaiola, Corniola e S.Maria) e molti erano componenti delle stesse famiglie.
Obiettivo dei tedeschi era quello di fucilare i fermati sul luogo dello scontro in Pratovecchio, ma la colonna di militari tedeschi e prigionieri italiani finì sotto i colpi dell’ artiglieria alleata, nel trambusto alcuni prigionieri riuscirono a fuggire e mettersi in salvo.
I prigionieri restanti vennero condotti in Empoli e qui trucidati.
Da ricordare la fuga di Arturo Passerotti, che già allineato per l’esecuzione, riuscì a fuggire correndo per via dei Neri e, anche se ferito dai colpi dei tedeschi, riuscì a raggiungere i Cappuccini.

LE VITTIME:

BAGNOLI Luigi (61)                          GIMIGNANI Pasquale (55)
BARGIGLI Mario (22)                        GORI Corrado (64)
BITOSSI Arduino (60)                         MARTINI Giulio (66)
BARTOLINI Guido (28)                      MARTINI Pietro (59)
BOLDRINI Orlando (64)                     MORELLI Gino (56)
CAPECCHI Pietro (50)                        NUCCI Palmiro (56)
CERBIONI Bruno (18)                        PADOVANI Gaspero (78)
CERBIONI Francesco (66)                  PARRI Alfredo (34)
CERBIONI Giulio (28)                        PARRINI Antonio (56)
CHELINI Gaspero (46)                        PERUZZI Carlo (62)
CHELINI Gino (52)                              PICCINI Gino (48)
CIAMPI Giuseppe (55)                         PUCCI Alfredo (51)
CIAMPI Pietro (48)                              TADDEI Gino (38)
CIAMPI Virgilio (51)                           VIZZONE Domenico (45)
CIANTI Giulio (55)

Sparatoria a Pratovecchio

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Via di Pratovecchio, pressi passaggio a livello 35+395 FI-PI 314+461, tardo pomeriggio;

4 militari tedeschi fermano la loro “Kubelwagen” avanti ad un casottino dove si trovano alcuni italiani, sembra certa la presenza anche di alcune donne. Dall’ interno del casottino partono alcuni colpi di fucile “Sten”. 2 soldati erano già scesi ed i loro corpi restano sul terreno, uno rimane ucciso vicino al posto di guida. L’autista anche se ferito, riparte velocemente e scappa verso la “Villa del Terrafino”dove i tedeschi avevano stabilito il loro quartier generale. Al curvone di Pratovecchio il corpo del 3′ militare cade dal veicolo.

I diari del Torcini

Il pdf che segue contine la trascrizione letterale dei diari di Eutelio Torcini, sfortunato testimone dei “fatti di Pratovecchio”.
A fronte di molte supposizioni, dubbi e interpretazioni i “Diari del Torcini” testimoniano un esperienza diretta e personale di tali avvenimenti, descrivendo anche la vita quotidiana di quella terribile estate del 44. La lettura di questi diari non solo è esaustiva nel descrivere e fotografare il momento, ma risulta piacevole al pari di un romanzo (purtroppo non lo era), ed è un ottimo strumento per ricordare alle nuove generazioni le persone che hanno creato il nostro paese.
Occorre ricordare che Eutelio Torcini fu anche uno dei più di 500 empolesi che il 13 febbraio 1945 partirono volontari dalla P.zza del Popolo, arruolandosi nel CLN. I nostri concittadini dopo un breve corso di formazione militare, e con equipaggiamento inglese, combattereno lungo tutto il fronte che risaliva la penisola liberando l’alta Italia.

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