Il 15 maggio 1860 il settimanale l’ Armonia pubblica la lettera dei parroci di Cortenuova e Pontorme. La Nazione del 26/05/1860 riprenderà la lettera rispondendo in maniera critica.

I PRETI COERENTI 15/05/1860

La Toscana, da pochi mesi entrata a far parte del Regno Sabaudo, si trova per
la prima volta a celebrare la “Festa dello Statuto”.
La “Festa dello Statuto” viene celebrata dalla Chiesa col “Te Deum” (inno del
ringraziamento). L’uso del “Te Deum” per tale ricorrenza è palesemente osteggiato dalle alte gerarchie ecclesiastiche; tale avversione si concretizzerà col divieto imposto dai Vescovi al suo utilizzo.
Il divieto vescovile è continuamente ignorato, talvolta per opportunismo e più spesso per paura (molti sono i vescovi ed i preti arrestati, su ordine del Ministro Farini,).
Empoli, trovatasi per la prima volta di fronte a tale scelta, sembra adeguarsi
al volere dei nuovi governanti. “La Nazione” esalta la serenità e l’entusiasmo delle celebrazioni empolesi, sottolineando l’utilizzo del Te Deum.
Due canonici empolesi si distinsero e non piegarono il Te Deum a celebrazioni di parte: Padre Ulisse Linari, Parroco della chiesa di Santa Maria a Cortenuo-
va, ed il Canonico Niccolò Notari, Parroco a Pontorme ed Economo spirituale della chiesa di San Donato.
I due parroci si rifiutarono di solennizzare la Festa dello Statuto. Non soddisfatti, quando il “Monitore Toscano” etichetto’ i due come -disobbedienti- ribadirono la loro posizione con una lettera comune alla rivista “L’Armonia”, spiegando che i disobbedienti erano stati quei preti che avevano ignorato l’ordine del Vescovo.

Padre Niccolò Notari Parroco di Pontorme dal 1842 al 1879 fu eletto Canonico nel 1857.
Così la Gazzetta di Firenze descriveva il suo arrivo a Pontorme il due
settembre del 1842:

“Il popolo di Pontorme omaggio’ di sincerissima gratitudine, ed affetto speciale il Molto Rev.do signor D. Niccolò Notari già Priore a Campriano
allorché eletto a reggere la Parrocchia di S. Michele, posta nel Castello di Pontorme, il 2 del mese di ottobre, asceso sovra la carrozza con la seconda
Dignità del Capitolo, circondato da un Popolo esultante di gioia, lietemente
accompagnato dai suoni dell’abilissima Banda Militare, da Empoli alla nuova
Parrocchia di Pontorme recavasi, numerosa folla di sue pecorelle stava attendendo anelante da molto tempo il desiderato Pastore, il quale finalmente
comparve, e disceso sulla porta maggiore del Tempio, vestitosi degli abiti sacri asperse, con acque lustrali, il suo novello gregge, quindi visitato l’Altare del SS. Sacramento, ascese il Pergamo, da dove aprì l’espansivo suo cuore con bella ed allusiva allocuzione degna d’ogni elogio. Cantò solenne messa di Maria del Rosario, cui accompagnò l’armoniosa Banda Militare per tutto il tempo. Sulla sera ardevano spessi fuochi, le quattro campane tramandavano festante suono. Voci di giubilo, e di letizia udivansi incessantemente ripetere -viva il nostro Pastore, il nostro Padre evviva-. Tutto in somma echeggiava dogn’ intorno esultanza e gaudio. Salve egregio Pastore, salve: pasci il tanto caro affezzionato tuo Popolo che dopo Dio in te confida onde condursi alla salvezza eterna”